Psicologia delle file: come si comportano le persone in coda?

Psicologia delle file: come si comportano le persone in coda

Perché le file con più di 6 persone ci spaventano? Provare a saltare la fila conviene? È vero che le donne sono più brave nell’arte dell’attesa? La psicologia della fila ci svela queste ed altre curiosità.

A quanto pare esiste una psicologia della fila.

Nel corso degli anni numerosi psicologi e sociologi si sono approcciati al fenomeno della fila, cercando di isolare alcune variabili ricorrenti che potessero dare una spiegazione scientifica al modo in cui si comportano le persone in coda.Ecco alcune delle rivelazioni più curiose emerse dalle ricerche sulla psicologia della fila che puoi sfruttare a tuo vantaggio, per provare a saltare la fila (se hai sufficiente faccia tosta) o quantomeno per farti un’idea di quanto tempo dovrai aspettare in coda.

La regola del 6

Adrian Furnham, professore di psicologia all’University College di Londra, è uno dei massimi esperti mondiali del settore e sostiene che le file siano governate dalla cosiddetta

“regola del 6”: le persone non sono propense a fare file con più di 6 persone e si spazientiscono, mediamente, dopo soli 6 minuti di attesa.

Il professore ha aggiunto che il 95% delle persone si aggiunge senza problemi a file di cinque persone; se le persone già in coda sono sei la percentuale scende all’85% e così via.

La paura di essere gli ultimi della fila

È quindi abbastanza comune che gli ultimi in una fila lunga e lenta tentino di cambiare fila oppure rinuncino del tutto.

Quando dietro di noi si incolonnano altre persone, spesso scegliamo invece di aspettare; questo accade perché, come spiega Ryan Buell, professore di Service Management ad Harvard, la mancanza di un riferimento dietro di noi influenza negativamente l’appetibilità e l’utilità della fila che stiamo facendo.

Nel dettaglio, secondo Buell, essere gli ultimi di una fila raddoppia la probabilità di cambiarla e addirittura quadruplica quella di abbandonarla del tutto nonostante il numero delle persone che si trovano dietro di noi non abbia nulla a che vedere con il tempo che passeremo aspettando.

Le file a serpentina sono le migliori

Quando ci sono più sportelli in cui ricevere un servizio, è meglio scegliere di fare un’unica fila a serpentina piuttosto che singole file per ogni sportello. Così facendo si evita che un’unica persona che per qualche motivo necessita di più tempo a uno sportello blocchi tutte quelle che le si sono messe dietro. Questo tipo di fila è ormai diventato uno standard negli aeroporti, quando si devono fare i controlli per passare alla zona dei terminal, negli uffici pubblici e nei parchi di divertimento.

Tentare di passare avanti nella fila conviene?

Negli anni Ottanta il professor Stanley Milgram (quello dei famigerati “sei gradi di separazione”, per intenderci) fece un esperimento: diede ai suoi studenti il compito di scavalcare file in banche, uffici pubblici e negozi di New York, con la sola condizione che se ne sarebbero dovuti andare appena qualcuno avesse protestato.

Le conclusioni empiriche furono abbastanza particolari: nonostante la maggior parte degli studenti avesse trovato l’attività estremamente stressante, solo nel 10% dei casi qualcuno aveva espresso disappunto nei confronti del loro comportamento.

Secondo Furnham, inoltre, negli ultimi anni stare in fila è diventato più stressante che in passato: siccome la tecnologia ci permette di risparmiare tempo e accelerare molti processi (si pensi per esempio alle app saltacoda o a quelle di domiciliazione bancaria) siamo diventati più insofferenti alle code.

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